I modenesi vogliono un centro più green
Ha superato le aspettative degli organizzatori, la Fondazione Mario del Monte, la serata di presentazione della terza parte della ricerca ‘Modena, ambiente, centro storico’. Sia sotto il profilo delle presenze (la sala scelta a palazzo Europa è risultata inadeguata ad accogliere il centinaio di persone presenti a dimostrazione del grande interesse sul tema), sia, soprattutto, per la qualità degli interventi e l’interesse della ricerca, anticipata su queste colonne qualche giorno. Oltre al sindaco, Gian Carlo Muzzarelli, nel dibattito moderato dalla direttrice della Gazzetta di Modena Roberta Giani sono intervenuti Giorgio Golinelli ad di Ase, Sara De Simoni ad di Tetra Pak Packaging Solutions, Paolo Bonasoni ricercatore Cnr e, soprattutto, il curatore dell’indagine il sociologo Vittorio Martinelli.
“Il cambiamento climatico si tocca con mano, l’attenzione all’ambiente è cresciuta – ha spiegato Martinelli -. Assieme alla sensibilità ambientale è cresciuta la disponiblità a cambiare comportamenti. Ognuno di noi dedica tempo alla raccolta differenziata e tendenzialmente sceglie modelli di auto meno inquinanti, ma ci sono sacche di resistenza. Ad esempio i cittadini modenesi non paiono disposti a rinunciare all’auto, al contrario gli stessi modenesi sono disponibili a mettersi in gioco sul piano dell’efficientamento energetico (cambiando serramenti o mettendo cappotti isolanti agli edifici). Infine i cittadini sono favorevoli chiudere il centro alle auto nei fine settimana. In sostanza – conclude Martinelli – sul piano dei comportamenti individuali c’è ancora strada da fare”.
Bonisoni ha spiegato: “Non so se sia l’ultima chiamata sotto il profilo ambientale, ma i dati non sono incoraggianti. I costi sanitari dell’inquinamento, che nella pianura Padana è ai massimi, non sono indifferenti, l’inquinamento e il clima in fondo sono due facce della stessa medaglia: cambattere uno favorisce l’altro. Allora – ha concluso Bonisoni – è necessario andare con decisione nella direzione di mitigare e di cambiare gli stili di vita, come dice anche papa Francesco nella Laudato Si’. E il 15% di persone che negano i cambiamenti climatici non aiuta di certo ad affrontare il problema. O ci si salva tutti insieme oppure nessuno si salverà da solo”.