L’Italia deve accelerare
Il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini ha fatto il punto sul percorso italiano verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile
A Modena per un evento promosso da Laboratorio Moltiplica in collaborazione con Fondazione Modena, Enrico Giovannini, ex Ministro del lavoro ed attuale portavoce dell’ASviS, ha fatto il punto sui passi in avanti dell’Italia sul tema dello sviluppo sostenibile, a partire dal significato di economia circolare: “Economia circolare significa progettare prodotti in modo che possano essere riutilizzati, – ha spiegato Giovannini -significa ricoinvolgere le persone nel processo produttivo, attraverso la formazione e un reddito minimo per combattere la povertà, perché l’ondata tecnologica in corso rischia di lasciare all’angolo molte persone e questo non è tollerabile. Nonostante i progressi degli ultimi anni, l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi, e i problemi riguardano la competitività e la coesione sociale. Ad esempio sull’educazione l’Italia è in ritardo di dieci anni rispetto al resto d’Europa. Il 27 febbraio – ha aggiunto l’economista –, ad un anno dalla firma dei dieci punti proposti dall’ASviS da parte di tutte le forze politiche eccetto Lega e Fratelli d’Italia, andremo nuovamente in Parlamento per fare il punto della situazione. Di recente è stata fatta partire una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare per cambiare la Costituzione e inserire tra i principi costituzionali lo sviluppo sostenibile. È stato creato un gruppo parlamentare, alcune proposte di legge sono andate in direzione favorevole allo sviluppo sostenibile e nell’incontro del 27 spingeremo il Governo ad accelerare per tenere il passo degli altri paesi, che invece stanno proseguendo su questo percorso e rischiano di aumentare ulteriormente il gap”. Alla domanda su quali fossero gli SDGs più urgenti Giovanni ha risposto: “Dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile la prioprità deve andare a quelli sociali. Siamo in attesa di capire come verrà attuato il reddito di cittadinanza. Il problema è che con un’altra recessione in arrivo c’è molta preoccupazione per l’occupazione e per le risorse necessarie non solo per aiutare i più poveri, ma anche per gli investimenti utili per il salto tecnologico verso l’economia circolare. Quello che manca – ha concluso il portavoce dell’ASviS – è la visione complessiva, c’è un piano energia clima non facile da realizzare e la frammentazione delle decisioni è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno”.