Finanza sostenibile, un 2018 ricco di crescita
Bloomberg segnala i trend da tenere d’occhio. Il decalogo (meno uno) degli interventi positivi e propositivi della finanza sostenibile
- Gli investimenti che prestano attenzione ai criteri ambientali, sociali e di governance (Esg) hanno ottenuto performance migliori rispetto agli altri.
- L’Unione europea ha reso obbligatorio il bilancio di sostenibilità per le grandi aziende;
- La Task Force on Climate Related Financial Disclosures (Tcfd) ha stilato le linee guida sulla rendicontazione dei rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici;
- La Commissione europea ha pubblicato il suo piano d’azione sulla finanza sostenibile.
- Complice l’ascesa del gas naturale, negli Stati Uniti le centrali a carbone chiudono una dopo l’altra. Questo ha ripercussioni concrete nel mondo della finanza, perché sono sempre di più coloro che scelgono di disinvestire da carbone e petrolio, tanto per motivi ideologici quanto per pura convenienza economica.
- Il divario tra gli stipendi medi degli uomini e quelli delle donne, è un fenomeno che va affrontato con urgenza. Nel 2018 l’Islanda ha dato l’esempio, diventando il primo paese al mondo a introdurre per legge la parità salariale tra uomini e donne. Nel 2019, con ogni probabilità, anche la finanza sostenibile farà la sua parte.
- I green bond sono obbligazioni che servono per finanziare progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente. Secondo Climate bonds initiative, il 2018 si è chiuso con 162 miliardi di dollari di emissioni. Per il 2019 tutti gli occhi sono puntati sulla Cina, che a novembre dello scorso anno ha emesso, da sola, il 40 per cento del totale dei green bond (pari a 30 miliardi di dollari).
- Ha preso ufficialmente il via l’estate scorsa il progetto pilota europeo sui mutui verdi. Le principali banche europee si sono impegnate a garantire condizioni più favorevoli ai mutui per finanziare progetti legati all’efficienza energetica e, più in generale, alla sostenibilità ambientale.
- Le aspettative in materia di Csr sono sempre più alte. Ormai nessuna azienda, per quanto grande e famosa, può dirsi immune da potenziali critiche, che possono arrivare dalla stampa, dall’opinione pubblica ma – e questa è la novità più interessante – anche dall’interno. I dipendenti, in sintesi, sembrano non accontentarsi più di stipendi, benefit e condizioni di lavoro. Vogliono anche essere certi del fatto che la loro azienda si dimostri responsabile nei confronti del Pianeta e della società.