Quando la tazzina è più buona
L’impegno di Lavazza per far sì che la filiera del caffè sia maggiormente sostenibile
Era il 1935 quando Luigi Lavazza, durante un viaggio in Sudamerica, espresse il suo disappunto nel vedere distruggere interi raccolti di caffè non venduto: un’esperienza che lo segnò profondamente e che determinò la sua visione di fare impresa. Fin da allora abbiamo sempre avuto una grande attenzione al patrimonio economico, umano, ambientale e culturale dei Paesi in cui operiamo. Negli anni, questa si è trasformata in azioni concrete a favore dei produttori e delle loro comunità e in un sostegno forte alle organizzazioni attive sui territori di tutto il mondo.
L’obiettivo di Lavazza è quello di creare un ciclo continuo in cui innovazione di prodotto e di processo, eccellenza qualitativa e sostenibilità si alimentino a vicenda.
E tu cosa fai? ne ha parlato con Mario Cerutti, chief sustainability officer di Lavazza: “Il caffè è un prodotto che in passato per tanti Paesi era la maggior fonte di reddito, oggi per fortuna un po’ meno. Ma continua a essere un prodotto con milioni di persone che ci lavorano, almeno 150 milioni di persone vivono legate al caffè. E’ importante che sempre di più diventi un prodotto sostenibile: ci sono implicazioni di impatto ambientale, sociale e tanto altro. Ormai molte aziende, fortunatamente, hanno preso consapevolezza che occorre contribuire a migliorare questa filiera. Penso al progetto ‘Coffee climate’ sull’ambiente che interessa un numero importante di produttori”.