Felicità e lavoro
In occasione del forum di apertura delle attività 2019 dell’associazione Aziende modenesi per la Rsi, il professor Stefano Zamagni ha tratteggiato una storia ragionata della responsabilità sociale d’impresa o, per meglio dire, della responsabilità civile d’impresa e ha messo al centro il binomio felicità e lavoro.
“La crisi ha costretto anche i più dubbiosi ad aprire gli occhi: è possibile una economia di mercato senza sostenibilità? La risposta è no. Oggi nessuno contesta il fatto che l’impresa che opera in una economia di mercato deve essere socialmente responsabile”.
Zamagni, il ‘padre’ dell’economia civile in Italia, ha ricordato come Larry Fink, il ceo di Black Rock (che gestisce 6mila miliardi di dollari) ha scritto una lettera a 500 grandi imprenditori e manager: “la società si rivolge sempre più spesso alle aziende per affrontare le pressanti questioni sociali ed economiche, dalla tutela dell’ambiente alle disuguaglianze di genere e razziali. Il mondo ha bisogno della vostra leadership, ha scritto Fink. La responsabilità – sottolineato Zamagni – ha due aspetti: quello di imputabilità e quello di prendersi cura. Sono dunque responsabile se, potendo farlo, non mi prendo cura di problemi che agitano società di riferimento”.
L’economista è passato poi al rapporto tra felicità e lavoro: “La felicità è la proprietà della relazione tra persona e persona, quindi non si può essere felici da soli, come diceva Aristotele. Se ti pago di più aumento la tua utilità, ma la felicità è legata al riconoscimento, la persona è felice quando fiorisce.
Se rendi la tua impresa un luogo ‘felicitante’ la produttività cresce enormemente, occorre quindi superare il taylorismo anche se oggi in Italia la maggior parte delle nostre imprese sono ancora tayloriste.
Le persone non vogliono stare ferme, vogliono lavorare e fare fatica e far sì che la propria fatica venga compensata dalla fioritura: vuole essere felice”.
La nuova rsi, argomenta l’economista, deve “fare in modo che le persone che lavorano nell’impresa scoprano che quella non è una prigione. Non solo per ragioni etiche, ma anche di successo e produttività.
L’impresa che si prende cura dei propri dipendenti organizza il processo produttivo in modo tale da favorire la fioritura umana. È un diritto umano fondamentale il diritto alla fioritura. Potrebbe risolvere la vecchia questione tra famiglia e lavoro. Parlo di armonizzazione e non di conciliazione, perché conciliazione postula un conflitto, come se la famiglia fosse contro l’impresa e il lavoro”.
Zamagni ha poi chiuso il suo intervento con un aforisma di Tagore, il grande poeta indiano: “Quando il sole tramonta non piangere, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle”.